In queste ore ho letto di alcuni titoli su un quotidiano in merito all’omicidio di Elena Pomarelli. Ciò che mi fa più male e mi attiva in una riflessione e in una azione di condivisione è il fatto che c’è una parte di paese che continua a minimizzare atti come quella avvenuto nel piacentino. Quel signore non è un gigante buono: è un omicida. È necessario riprendersi i significati delle parole, altrimenti la comunicazione risulta falsata e la relazione conseguente distorta.
Ogni parola, con il suo corrispondente significato, porta con se una responsabilità, un porsi di fronte all’altro. E attende una risposta adeguata e corrispondente. L’equilibrio delle parole e dei significati è indispensabile per le relazioni e di conseguenza per il bene comune.
Facciamo un esempio. Se si chiama “gigante buono” chi ha commesso un omicidio si sta dicendo che quell’atto non è poi così grave. Accade che nel vissuto relazionale l’aggettivo buono prevale e rende accettabile l’atto.
Il punto è che un omicidio è un atto gravissimo di fronte al bene comune, non giustificato e non giustificabile; indipendente da chiunque sia l’assassino o la vittima.
Una volta ristabilito il significato delle parole possiamo rifletterci sopra.
Rifletto sul fatto che in un atto come questo non ci possono essere attenuanti, ma semmai solo aggravanti. E la responsabilità non è solo di commette l’atto, ma il frutto di un intricato e complesso intreccio tra le individualità e il nostro vivere sociale. Una società quella di oggi dove (non) riconoscere e (non) vivere le proprie emozioni porta ad ansia e ad agiti compulsivi; una società dove l’altro non è visto con i suoi bisogni e i suoi diritti, ma prevale ciò che voglio; una società dove le regole del buon vivere vengono messe in secondo piano rispetto alle individualità.
A questo nostro vivere di oggi c’è sicuramente una modalità di uscita. Penso sia necessario riattivare la capacità di essere consapevoli. Solo la capacità di stare presenti a se stessi e agli altri nel qui e adesso permetterà di vedere, riconoscere e stare insieme.