Giunti nella seconda fase di questa lotta al covid-19; superato il lockdown, si pensava che il peggio fosse passato e  invece il pensiero di uscire ed incontrare un concittadino o un congiunto che non si vedeva da prima della quarantena ci fa sentire comunque a disagio. La paura di entrare in contatto con l’altro e di essere contagiati è presente, se non in tutti, in molti di noi.

In questa situazione ci sono più fattori concomitanti che rendono la realtà quotidiana più complessa del solito. E’ possibile quindi sentirsi confusi e provare emozioni  quali ansia, preoccupazione, sospettosità rabbia o un’angoscia profonda al pensiero di uscire di casa e di incontrare l’altro.

Quali sono questi fattori?

1) non ci sono certezze circa il perdurare di questo virus.

Navighiamo a vista tutti, dal medico ricercatore fino a chiunque altro. Troveranno il vaccino? E una cura? E’ vero che non è rischioso per i bambini? in altri paesi i contagi sono risaliti e allora perché ci permettono di uscire?

 

 

2) ci si sente molto più vulnerabili di prima.

Se prima avevamo la pelle che come una barriera protettiva ci difendeva dai  disagi esterni oggi il nostro  confine si  estende ad un metro di distanza da noi al di sotto del quale siamo vulnerabili. Si  sarà avvicinato troppo l’altro? Mi avrà contagiato?

 

 

 

3) viene messa alla prova la fiducia verso l’altro.

Il virus è qualcosa di insidioso. Chiunque (anche un congiunto) potrebbe averlo contratto magari per una distrazione e oltretutto potrebbe essere infetto ma asintomatico. Posso fidarmi del fatto che l’altro abbia rispettato l’isolamento? E che abbia rispettato il distanziamento sociale?

 

 

 

4) difficoltà comunicative e relazionali dovute alla mascherina e alla distanza di un metro.

La mascherina copre il volto e non fa respirare bene e ciò rende nervosi. Chi è costui che mi saluta? Mi sta sorridendo?  E’ arrabbiato? Perché non è mai chiaro quello che dico?

 

 

Come affrontare la paura dell’altro?

La paura dell’altro che può assumere aspetti più di sospettosità o rabbia o anche una forte angoscia ad uscire di casa può essere in qualche modo attenuata grazie a dei piccoli accorgimenti quali:

1) fare chiarezza circa ciò che ci disturba di più.

Prendendo come riferimento i quattro fattori descritti sopra e le conseguenti emozioni che ne scaturiscono. Di solito una maggiore chiarezza circa i propri sentimenti aiuta anche a gestirli meglio.

 

 

 

2) tenere presente che non siamo i soli.

Le paure relative all’incontro con l’altro sono frequenti in questo momento storico. E’ normale provare emozioni insolite poiché vengono meno le fondamenta della nostra sicurezza.

 

 

 

 

 

3) trovare nuove strategie comunicative

Da utilizzare in alternativa al sorriso per trasmettere cordialità e  disponibilità relazionale. Si può dire qualcosa di gentile ad alta voce e ricordare che anche l’altro ha le stesse difficoltà e può dare impressioni sbagliate. Non cadere nel tranello della profezia auto-avverantesi  e cercare di fare un passo comprensivo verso l’altro.

 

 

4) avere cura di se’ stessi partendo dal proprio respiro

Tenendo presente che quello che è messo a dura prova quando c’è la paura dell’altro è il nostro corpo non solo la nostra mente. Respirare dunque anche con l’ausilio di tecniche tipo meditazione  yoga mindfulness training autogeno.

 

 

 

Se questi consigli sono stati utili e avete voglia di approfondirli o se avete ancora dubbi e la forte ansia non vi permette di riflettere al meglio potete chiamare il centro di ascolto “Emergenza COVID-19” .
Il servizio, completamente gratuito, prevede una prima chiamata di contatto e, se necessario, un massimo di 3 chiamate/videochiamate.
Esso prevede un numero dedicato (0683513497) al quale rispondono i nostri professionisti dal Lunedì al Venerdì dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00 e il sabato dalle 10,00 alle 13,00.